TPL e ferroviario in Veneto: Fase2, tutelare servizio e occupazione

Il giorno 8 maggio si è riunita, su convocazione dell’Assessore De Berti, la “cabina di regia” tra la Regione e le Organizzazioni Sindacali del Trasporto Pubblico Locale. E’ passata una settimana dall’ordinanza regionale che permette di implementare il servizio pubblico, fino a prima solo essenziale/domenicale, e di incrementarlo a seconda della crescita e delle necessità della domanda di servizio da parte dell’utenza per il territorio Veneto. Non ci aspettavamo certo rivoluzioni e di tornare in una settimana ai servizi prima dell’epidemia e conseguentemente il rientro dei lavoratori al lavoro dalla cassa integrazione.
Troppi erano i segnali confusi, da parte delle aziende, da parte degli Enti Locali, delle Istituzioni e anche dai media che hanno fatto dell’uso del servizio pubblico un potenziale veicolo di contagio e di forte rischio.
Ebbene lo ribadiamo con chiarezza, i passeggeri del servizio pubblico se si attengono rigorosamente alle indicazioni sanitarie previste non corrono più pericoli rispetto qualsiasi altra condizione ambientale pubblica o privata.
È comprensibile che nella prima settimana l’utenza sia ancora prudente e ha bisogno di certezze e di regole chiare e bisogna fare scelte per rilanciare il servizio pubblico.
L’incremento delle corse e dei mezzi non c’è stato praticamente in nessuna provincia, solo qualche rinforzo/bis magari tolto dalle fasce orarie più deboli. Sicuramente pochissimi lavoratori sono rientrati dalla cassa integrazione.
Questo abbiamo evidenziato e sostenuto con l’assessore regionale.
Praticamente l’ordinanza regionale è stata disattesa nel territorio e non è prevedibile un aumento significativo del servizio e del lavoro nelle prossime settimane.
Di peggio nella realtà Veneziana aumenta considerevolmente la domanda di servizio è l’Actv non incrementa i mezzi. Passeggeri vengono lasciati a terra, alcuni pullman sono sovraccarichi e non si rispetta il distanziamento, così come negli approdi e nei vaporetti.
Anche in altre province ci sono stati casi di sovraffollamento nei mezzi ed incapacità delle aziende di intervenire per la tutela della salute dei passeggeri e dei lavoratori.
I lavoratori non possono essere e non sono responsabili della gestione dei passeggeri e delle condizioni della loro salute. È chiaro che c’è la responsabilità individuale dell’utente, ma manca completamente una gestione delle salite e discese in sicurezza sui mezzi pubblici e soprattutto una condizione di certezza sulla possibilità dell’utente di riuscire a prendere il mezzo pubblico.
Tutto ciò lo abbiamo chiesto con forza all’assessore in termini di linee guida e ordinanze del Veneto nei confronti delle imprese che possono far svolgere questo servizio dai propri lavoratori, magari rientrando dalla cassa integrazione.
Come è certo che gli investimenti necessari e le risorse necessarie nella fase due alle aziende del TPL devono essere straordinari e anche la Regione Veneto deve fare la sua parte es attivare un fondo straordinario.
Se nelle prossime settimane le aziende continuano a fare i servizi tenendo esclusivamente conto dei propri bilanci, invece che della crescita della domanda di trasporto pubblico e attivare corse e linee per intercettarlo, significa che si va verso un pesante ridimensionamento del servizio pubblico e si abitua l’utenza a muoversi anche senza usarlo o con mezzi alternativi.
Si mette a rischio la tenuta delle imprese, l’occupazione dei lavoratori ed il loro reddito e il funzionamento del servizio pubblico di trasporto.
Per la FILT CGIL questo è inaccettabile e lotteremo per impedirlo.
Abbiamo chiesto alla Regione di intervenire con Governo e Imprese per non andare oltre il 18 maggio con questo andazzo, altrimenti tutta la fase due per il trasporto locale nel Veneto rischia di essere compromessa.
Siamo stati chiari e determinati e ci aspettiamo responsabilità e azioni nei prossimi giorni. Noi siamo per tutelare il servizio, l’occupazione ed il reddito dei lavoratori che non possono essere gli unici che pagano il dramma del Covid 19 e lo stesso deve valere per le Istituzioni e per le Imprese.
Nel ferroviario che ha ripristinato il 50% circa dei servizi di Trasporto Regionale, il rientro in servizio dei lavoratori è stato importante, come importanti, in termini di chiarezza sono le norme di comportamento a bordo emanate dall’azienda per i lavoratori, sia in caso di mancato rispetto da parte dei passeggeri degli strumenti di protezione, sia per gli affollamenti e assembramenti.
Saranno fatte segnalazioni, e si prevede l’intervento delle forze dell’ordine e i ferrovieri devono farlo a partire dalla sicurezza sulla loro salute. Resta il nodo non chiarito sulla responsabilità, gestione, organizzazione dei flussi di accesso ai binari ed ai treni dei passeggeri, soprattutto nelle stazioni, e questo di certo non è una responsabilità o competenza che può essere svolta dai lavoratori.